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Toyota Hilux, nessuno può fermarlo. La storia del modello

09 Agosto 2023

Un’icona nata nel 1968 e famosa in tutto il mondo

Dici Toyota Hilux e pensi immediatamente alle sabbie dell’Empty Quarter, in Arabia Saudita. Da due anni a questa parte il più grande deserto al mondo vede il pickup giapponese, appositamente preparato, dominare il Rally Dakar con al volante il principe qatariota Nasser Al-Attiyah (l’ultima affermazione risale allo scorso mese). Ma al di là dei recenti meriti sportivi, l’Hilux è tra i modelli Toyota più antichi e diffusi, con circa 20 milioni di esemplari venduti in tutto il mondo in 55 anni di storia. Ancora oggi rappresenta il pickup di taglia media più gettonato a livello globale (549 mila unità consegnate nel 2022 in base ai dati di Jato Dynamics, in crescita del 22%), secondo solo al Ford F-150, che però ha dimensioni superiori. In Europa, dove questi veicoli riscuotono meno successo, è comunque uno dei modelli più venduti nel suo settore, e continua a essere associato alle doti che storicamente ne hanno decretato il successo: affidabilità e inarrestabilità.

L’Hilux nasce nel 1968, sviluppato da Toyota e assemblato dalla Hino Motors, azienda specializzata in veicoli da lavoro. L’obiettivo della Casa era quello di sostituire i precedenti commerciali leggeri, come il Toyota Stout, con un mezzo che potesse offrire un livello di comfort superiore, simile a quello di un’automobile. Da qui il nome Hilux, creato unendo le iniziali di “High Luxury”, ossia “Alto Lusso”. Ovviamente l’Hilux rimaneva una vettura spartana e pensata per gli usi professionali, che poteva essere considerata lussuosa solo se rapportata ai veicoli commerciali puri dell’epoca, come il Toyota Stout.

Da quel 1968 a oggi l’Hilux è stato declinato in 8 generazioni e svariati formati di carrozzeria, spesso con denominazioni diverse in base al mercato di destinazione. E’ stato prodotto in 19 paesi (oggi viene assemblato principalmente in Thailandia, Sud Africa e Argentina) e commercializzato ufficialmente in più di 180 nazioni, dove spesso è utilizzato nelle zone più impervie e per compiti estremamente gravosi, in maniera analoga a quanto avviene per un’altra icona Toyota: la Land Cruiser. La fama che accompagna l’Hilux è quella di un veicolo dalle buone capacità fuoristradistiche e di carico, progettato per durare e per resistere a ogni tipo di maltrattamento.

ono queste le doti che lo hanno fatto diventare uno dei veicoli più usati da alcune organizzazioni internazionali o umanitarie, come la Croce Rossa e le Nazioni Unite. Per gli stessi motivi, l’Hilux è diventato un punto di riferimento anche per numerosi gruppi militari e paramilitari in tutto il mondo, i quali ne hanno fatto ampio uso per trasportare uomini e merci, oltre che per convertirlo in veicolo da guerra attraverso l’installazione di armi nel cassone (le cosiddette “tecniche”). La guerra combattuta tra Ciad e Libia nel 1986 è stata soprannominata “guerra delle Toyota” proprio per il ricorso sistematico da entrambe le parti ai veicoli giapponesi, Hilux in primis.

A partire dal 2012 la filiale sudafricana della Toyota ha messo a punto un prototipo da corsa derivato dalla Hilux e alimentato da un propulsore V8, con cui ha preso parte al rally raid più duro al mondo, la Dakar. Affidata alle cure del reparto sportivo Gazoo Racing, la vettura ha vinto per la prima volta la competizione nel 2017 (l’ultima edizione svoltasi in Sud America), con alla guida Nasser Al-Attiyah. Il trionfo è stato ripetuto nel 2022 in Arabia Saudita con un nuovo Hilux, questa volta mosso da un motore 3.6 V6 biturbo. La terza vittoria è arrivata nel 2023, con il team Gazoo Racing che ha piazzato le altre due vetture in gara in quarta e quinta posizione.

La Toyota Hilux di ottava generazione, attualmente in commercio, è stata lanciata nel 2015 ed è andata incontro a un restyling nel 2020. La vettura è disponibile sia a trazione posteriore che integrale e viene offerta con due propulsori a quattro cilindri, entrambi alimentati a gasolio: si tratta di un 2.4 e di un 2.8, rispettivamente da 150 e 204 cavalli.

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Fonte: Corriere Motori