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ABARTH 595, LA SPORTIVA DEL BOOM ECONOMICO, COMPIE OGGI 60 ANNI!

15 Settembre 2023

Il 15 settembre del 1963, ovvero 60 anni fa, l’Abarth presenta l’inedita 595, un’interpretazione sportiva della 500 D, lanciata nel 1960. Di “Cinquini” elaborati da Carlo Abarth, per la verità, si erano già visti diversi esemplari: solo tre mesi dopo l’esordio della citycar, avvenuto nel 1957, il preparatore aveva portato a Monza una sua interpretazione della vettura che, con un nuovo carburatore, un rapporto di compressione aumentato e un nuovo scarico, riusciva ad abbattere il muro psicologico dei 100 km/h, portando la potenza a 22 CV. Nel 1958, addirittura, si è saliti a 26, con il Cinquino dello Scorpione capace di far registrare, ancora sul circuito lombardo, una serie di record di categoria, attirando l’attenzione della Fiat, da allora convintasi ad accogliere le 500 Abarth nei propri showroom per venderle a 515.000 lire.

La 595, tuttavia, è qualcosa di diverso, che dà vita a una nuova serie di piccole dello Scorpione, con modifiche più importanti di quelle viste in precedenza. Si parte dalle dimensioni del due cilindri: intervenendo sull’alesaggio, che passa da 67,4 a 73,55 mm, la cilindrata sale a 595 cm3, da cui il nuovo nome dell’auto, ma anche il prezzo, che parte da 595.000 lire (il 30% in più del modello da cui deriva). Le modifiche, a dire il vero, non si fermano qui: per esempio, vengono sostituiti l’albero a camme, le molle per le valvole e il carburatore, ora a marchio Solex. Lo scarico, ancora una volta, è inedito. Viene inoltre aumentato il rapporto di compressione, che passa a 9,5:1, nonché rivisto il circuito di lubrificazione, con una coppa dell’olio diversa e di lega leggera. La potenza sale a 27 CV, mentre la velocità massima tocca addirittura i 120 km/h: un valore ragguardevole, tenendo conto delle prestazioni del modello di partenza. Volendo, c’è anche una strumentazione supplementare, al prezzo di ulteriori 90 mila lire. In più, in alternativa alla vettura già pronta, sono previsti due kit, di cui uno porta in dote l’aumento di cilindrata, al prezzo di 109.000 lire, mentre l’altro aggiunge comunque un po’ di brio al modello di partenza: parliamo delle mitiche cassette di trasformazione Abarth.

Non finisce qui: nel 1964 viene proposta la 595 SS (o “esseesse”, come riportato sulla plancia) da 32 CV, capace di spingersi fino a 130 km/h. Arriva inoltre la 695, con la cilindrata che sale a 689,5 cm3 e una potenza di 30 CV. Il prezzo? 640.000 lire, ma, volendo, c’è anche la variante SS, che può disporre di ben 38 CV e, sulla declinazione Assetto Corsa, di un impianto frenante a disco. La carriera delle Abarth su base 500 proseguirà seguendo le evoluzioni del modello di base, che a partire dal 1965, con l’arrivo della “F”, vedrà il debutto delle portiere incernierate anteriormente. L’apoteosi, per gli appassionati, è rappresentata dalle versioni Competizione di 595 e 695, subito riconoscibili per i passaruota rossi, che evidenziano un aumento delle carreggiate.

La carriera di 595 e 695 va avanti fino al 1971, quando la Fiat, che ha appena acquisito l’azienda di Carlo Abarth, ne interrompe la produzione. Alle due vetture si ispireranno i vertici di corso Giovanni Agnelli per le omonime sportive del terzo millennio, lanciate anch’esse qualche anno dopo l’Abarth 500 (moderna). In questo caso, ovviamente, i nomi 595 e 695 non coincidono con la cilindrata, più che doppia (entrambe montano il T-Jet 1.4), ma la loro sportività non è messa in discussione.

Com’è noto, Abarth abbandonerà le auto a motore termico a partire dal 2024: il destino, dunque, sembra ormai segnato per le piccole tutto pepe, giunte al loro ultimo giro di boa. Del resto, anche la carriera delle omonime antenate si è conclusa in un’epoca, l’inizio degli anni 70, di grandi cambiamenti sociali, con risvolti anche nella mobilità (da lì a poco sarebbe esplosa la crisi petrolifera). Ma non si tratta di un vero addio: l’erede elettrica di 595 e 695 c’è già e si chiama Abarth 500e.

 

Fonte: Quattroruote